LE PATOLOGIE DA PROLASSO PELVICO POSSONO ESSERE TRATTATE CON INTERVENTI MIRATI

Il prolasso dell’utero è una patologia che crea notevoli disagi alle donne che ne soffrono e solitamente si presenta dopo i 50 anni d’età. Si stima che in Italia siano circa 4 milioni le donne affette dalle patologie legate al pavimento pelvico che purtroppo sono la causa di una serie di diversi disturbi come: ritenzione urinaria, incontinenza, prolasso di vescica, utero e retto in varia combinazione, dolore pelvico e alterazioni della defecazione come stipsi e incontinenza fecale. Per questo è necessario affi darsi a medici professionisti che sappiano come intervenire con le giuste metodiche abbinate a tecnologie chirurgiche di ultima generazione. Fra questi esperti spicca il nome della dottoressa Valeria Gianfreda, dirigente Medico di Primo Livello in Chirurgia Generale presso la U.O.C. di Chirurgia Generale e di Urgenza, dell’Ospedale Madre Giuseppina Vannini di Roma dall’anno 2006 a tutt’oggi dove è responsabile dell’Ambulatorio Specialistico di Chirurgia Colonproctologica e Patologie del Pavimento Pelvico.

  • LA STRUTTURA

L’ospedale Madre Giuseppina Vannini, di proprietà dell’Istituto Figlie di San Camillo, opera nella realtà sanitaria romana ormai da numerosi decenni. Si pone all’avanguardia tra le strutture sanitarie della Regione Lazio che erogano l’assistenza a ciclo continuativo diurno oltre ad offrire la possibilità di interventi in regime privato. All’interno della U.O.C. di Chirurgia Generale e d’Urgenza con oltre 1200 visite ambulatoriali e circa 130 procedure chirurgiche specialistiche all’anno per patologie da prolasso del retto e per prolasso degli organi pelvici, il reparto rappresenta un’eccellenza per quanto riguarda il trattamento di queste problematiche assai diffuse e che impattano negativamente la qualità di vita. Il principio e fondamento che da sempre è a guida dell’attività ospedaliera è il binomio “scienza nuova, carità antica”.

  • SINTOMI E SOLUZIONE

Come sottolinea la dottoressa nell’ambito delle patologie colonproctologiche e del pavimento pelvico i prolassi degli organi pelvici rappresentano la patologia più diffusa nelle donne. Il 30-40% delle donne che hanno avuto più di due fi gli soffre del prolasso della vescica e di utero che si manifesta con la comparsa di una “palla” in vagina e con la conseguente fuoriuscita dell’utero stesso. I sintomi più frequenti sono la perdita di urine con la tosse o sotto sforzo, la necessità di urinare frequentemente, spesso anche di notte. A questa patologia si associa sempre il prolasso del retto. Quest’ultimo è il responsabile della Sindrome da Ostruita Defecazione (ODS), la quale si può manifestare attraverso una serie di sintomi clinici quali ad esempio stipsi, senso di incompleta evacuazione, sanguinamento rettale, meteorismo e dolore anale. Ma a questa serie di disturbi la scienza medica non manca di intervenire attraverso interventi mirati ed effi caci. In caso di prolasso isolato del retto la dottoressa esegue l’intervento S.T.A.R.R. (Stapled Transal Rectal Resection) ideato dal dottor Antonio Longo. Si tratta di un intervento innovativo, mininvasivo e non doloroso, che si esegue per via transanale. Attraverso l’uso di una doppia saturatrice meccanica circolare viene asportato il prolasso del retto con una resezione rettale a tutto spessore ed effettuato il lifting delle emorroidi riposizionandole nella loro corretta posizione anatomica. Il risultato? Il paziente che si sottopone all’ intervento S.T.A.R.R. può tornare alle sue normali attività quotidiane dopo un solo giorno di ricovero e in breve tempo sarà in grado di riprendere le sue attività quotidiane.

  • FONDAMENTALE SALVARE L’UTERO

La dottoressa Valeria Gianfreda spiega, inoltre, come salvare l’utero sia importante e necessario poiché, oltre alla riproduzione, serve a dividere la vescica dal retto regolando meglio le funzioni fi siologiche. Pertanto, in caso di prolasso pelvico multiorgano, la dottoressa sottolinea l’effi cacia del nuovo intervento mininvasivo P.O.P.S. (Pelvic Organs Prolapse Suspension), anch’esso ideato dal dottor Longo, eseguibile in laparoscopia con tre incisioni addominali di un centimetro, che consente di ”salvare” l’utero. Viene posizionata una benderella, di cui un capo viene fi ssato alla vagina, vescica e retto ed un capo alla fascia dei muscoli addominali bilateralmente. Essa consente di tirare su nella posizione anatomica naturale la vescica, la vagina, l’utero e il retto correggendo tutti i sintomi associati. La tecnica, chirurgica mininvasiva comporta una bassissima percentuale di complicanze. Bastano 2-3 giorni di ricovero e dopo una settimana si riacquista la qualità di vita di un tempo.

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